29 ottobre 2008

Una molecola per colpire l'Aids alle spalle

Ecco una nuova strategia di attacco all'Aids: colpire il virus Hiv "alle spalle" agendo non direttamente su di lui ma sui "macchinari cellulari" della persona infettata dirottati dal virus per replicarsi e diffondersi nell'organismo. Infatti esperti italiani hanno dimostrato, per ora su cellule in provetta, che si può bloccare l'infezione, colpendo una proteina umana chiamata DDX3, la quale suo malgrado, aiuta il virus a replicarsi. La scoperta, pubblicata sul Journal of Medicinal Chemistry, è di ricercatori del Laboratorio di Virologia Molecolare diretto da Giovanni Maga presso l'Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia (Igm-Cnr), in collaborazione con il Laboratorio di Chimica Farmaceutica dell'Università di Siena, diretto da Maurizio Botta. «Si tratta sicuramente di un approccio interessante e del tutto nuovo - ha commentato il lavoro Giovanni Rezza, responsabile del Dipartimento delle Malattie infettive parassitarie presso l'Istituto Superiore di Sanità - ma di certo, anche a giudicare dalla rivista su cui èpubblicato lo studio, si tratta di una ricerca di base con potenziali ricadute solo a lungo termine; bisogna dunque rimanere cauti sul valore applicativo di questa scoperta». Tutti i farmaci antiretrovirali oggi disponibili hanno come bersaglio d'azione un enzima del virus stesso. I ricercatori del Cnr hanno pensato a una strategia diversa di attacco al virus, non mirando direttamente su di lui, ma sulle proteine umane che di fatto il virus 'dirottà per moltiplicarsi. Infatti, all'interno della cellula infettata, il virus HIV prende il controllo di numerosi enzimi umani, distogliendoli dalle loro normali funzioni e 'obbligandolì a lavorare per lui. «Uno di questi enzimi è la proteina cellulare DDX3 - ha spiegato Maga - il cui ruolo è facilitare il flusso di informazione genetica dentro la cellula. Il virus HIV si inserisce in questo "circuito" e fa sì che DDX3 trasporti solo l'informazione genetica virale, al fine di massimizzare la produzione di proteine virali a scapito di quelle cellulari». Quindi DDX3 è un attore essenziale per la riproduzione del virus all'interno delle cellule umane. Con questo presupposto i ricercatori del CNR hanno messo a punto una molecola che mette 'KÒ DDX3 ed hanno visto che, così facendo, l'Hiv non è più capace di moltiplicarsi e l'infezione si blocca. «Questi risultati dimostrano, per la prima volta che un farmaco diretto contro un enzima cellulare è in grado di bloccare l'infezione da HIV», ha detto Maga, finora la ricerca di nuovi bersagli d'azione di farmaci anti-Hiv si concentrava esclusivamente su molecole virali.

1 commento:

  1. Sono una biologa e ho sempre sognato con la scienza e le possibilità che abbiamo oggi di sconfiggere le malattie più crudeli...ed ho sempre sostenuto che bisogna agire non solo sul problema direttamente, ma cercare anche di studiare i precursori e tutto ciò che sta dietro ad una malattia...partire dallo "start" per intenderci...l'HIV purtroppo è un virus che fino ad oggi non si è riusciti a debellare...ben vengano questi studi sulla cosa, incrociamo le dita e confidiamo sulla preparazione e sulla buona volontà di queste persone che ogni giorno mettono la loro intelligenza al servizio della nostra salute...

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